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Tutti noi usiamo la tecnologia ma per i non addetti ai lavori l’informatica è di tutto e di più, si passa dalle applicazioni per cellulari a pensare che chi programma software porti con se sempre dei cacciaviti, da usare per svitare ed installare strane schede verdi e blu elettrico.

Negli ultimi anni poi, tutto sembra andare ancora più veloce e ci sono novità su novità : social network, nuovi media e la convergenza tra le diverse piattaforme tecnologiche ( sfido chiunque a considerare un televisore di ultima generazione solo un televisore e non anche un vero e proprio cellulare o computer ).

 

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Vengono “sfornati” nuovi linguaggi di programmazione e se non si conoscono le piattaforme cloud si è “obsoleti” e tra poco nessuno più si stupirà del fatto che dei droni ci rintracceranno per consegnarci una “strillettera” altro che Harry Potter. Mi sono chiesto se oggi, immersi in tutto questo, noi abbiamo oppure no ancora la possibilità di essere “visionari” almeno quanto chi ci ha preceduto.

 

 

alan_kay  Dan Ingalls  jef-raskin   kristen_nygaard

Si perchè i veri padri della tecnologia, che con tanta semplicità e familiarità usiamo, sono gli stessi che hanno coniato OOA/D ( Object Oriented Analysis Design ) un modo per modellare visualmente ( con quadrati e linee ) il software.
La vera “rivoluzione” c’è stata negli anni ’60 e ’70 quando sono nati i linguaggi di programmazione OO (object oriented ), come Simula e Smalltalk, con personaggi chiave che hanno contribuito alla creazione degli stessi, sto parlando di Kristen Nygaard e di Alan Kay, l’esperto di informatica visionario che ha posto le basi per Smalltalk e per l’attuale gestione a finestre della tecnologia. Kay stesso ha infatti coniato termini come programmazione orientata agli oggetti o il concetto di personal computing, Kay è il vero padre visionario ( non certo Steve Jobs ) della moderna tecnologia e pensare che lavorava presso la Xerox PARC ( si quella delle stampanti 😉 ).

Proprio qui key inizio a studiare, negli anni ’60, mentre era uo studente universitario e non si sarebbe mai aspettato di essere proprio lui nel 1979, su incoraggiamento del grande Jeff Raskin della Apple ( il principale creatore del Mac) a mostrare allo stesso Steve Jobs, co-fondatore e amministratore delegato di Apple la visione del futuro … quel giorno di dicembre Steve andò a trovare Alan Key e i team leader di ricerca ( compreso Dan Ingalls il programmatore che implementò le visione di Key ) presso la Xerox PARC per una dimostrazione del personal computer Smalltalk.

Jobs restò colpito da ciò che vide, ovvero un’interfaccia grafica utente con finestre grafiche sovrapposte, e rimase sconcertato, entusiasta sarebbe dire poco, della programmazione OO ( Object Oriented, tutto ora sarebbe stato possibile, modellizzabile con un oggetto scrivere software niente altro che relazione tra questi meccanismi virtuali come ruote e bulloni legati da responsabilità di azione ) la tecnologia di oggi è nata li  perché davanti agli occhi di Steve Jobs era già presente: i PC erano collegati in rete e si scambiavano informazioni parlavano … quando Jobs tornò alla Apple aveva finalmente con se la nuova visione del domani che stava cercando il resto è Lisa, il Macintosh Apple … e il nostro oggi !

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